La spiaggia Polverini (o spiaggia dei Polverini) era una spiaggia sulla riva sinistra del Tevere appena dopo Ponte Milvio (scendendo con la corrente), dove oggi corre lungotevere Flaminio.
- MAPPA della Zona Flaminio 3 (da via Guido Reni a Ponte Milvio)
La spiaggia in quel punto era frequentata dai bagnanti fin dal 1800 ed era così chiamata dal nome di un barcarolo romano che offriva il servizio di traghetto verso l’altra sponda del fiume, la zona di Prato Falcone. Sin da allora quella spiaggia era famosa per la sua tranquillità e la sua bellezza, grazie alla sabbia bianca e finissima e all’incomparabile scenario verde di Monte Mario col suo poetico pettine di cipressi, su a Villa Mellini, decantati da D’Annunzio.
A fine Ottocento i cantieri dei Muraglioni del Tevere distruggono tutte le spiagge che esistevano a Roma (basti pensare alla Renella giù a Trastevere)e i fiumaroli, persone di tutte le estrazioni sociali che amavano prendere il sole sul fiume, fare il bagno, remare in barca, si spostano nelle spiagge a monte di ponte Risorgimento.
Lo stabilimento balneare Polverini è inaugurato nel 1895 ed è attrezzato con i capanni della spiaggia della Società Romana Nuoto.
Dopo la costruzione del Ponte Duca d’Aosta, la Spiaggia Polverini si afferma definitivamente e diventa sede della “tribù dei pellerossa” e della “tribù tintarella”, comitive di giovani romani sempre pronti a festeggiare qualcosa. Tante erano le gesta e le bizzarrie di questi frequentatori del fiume: protagonisti di tuffi dalle spallette dei ponti o da trampolini montati sui muraglioni, si sfidavano in gare ed esibizioni natatorie in qualsiasi stagione dell’anno, sulla breve e sulla lunga distanza. La più famosa di queste sfide è certamente quella di Armando Sannibale che nel 1911 scommise e vince ben tremila lire, nuotando in venti ore per oltre cento chilometri da Orte fino a Roma.
Nel 1927 parte della spiaggia Polverini fu inglobata nella sede dei Cavalieri di Colombo (DA VERIFICARE). Un’altra parte fu occupata dai “marinaretti del Duce“, una colonia modello che accoglieva fine a 160 allievi, nella quale fu costruito in cemento, nelle reali dimensioni, il ponte del brigantino Caio Duilio dell’Accademia Navale di Livorno, completo di alberi e vele.
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