Via Luigi Poletti va da viale Pinturicchio a viale Masaccio, incrociando via Calderini.
Luigi Poletti (1792-1869) fu un architetto modenese che partecipò alla ricostruzione di San Paolo fuori le mura con Guglielmo Calderini.
Zona Flaminio 3 (da via Guido Reni a Ponte Milvio)
Via Giuseppe Sacconi va da viale Pinturicchio, dall’altro lato rispetto a via Gai, a piazza Carracci su via Flaminia, incrociando via Calderini. Continue reading →
Progettata dopo la via Appia (312 a.C.) e la via Aurelia (241 a.C}, la Via Flaminia fu costruita in soli due anni, tra il 220 ed il 219 a. c., dal censore Caius Flaminius., per collegare, attraverso la valle del Tevere, l’Ager Falisco, l’Umbra ed il Piceno con l’attuale Romagna, l’antico Ager Gallicus o Gallia Cisalpina. In realta Caio Flaminio stravit (cioè lastricò) un percorso molto più antico, da secoli utilizzato per il commercio. Continue reading →
Via Francesco Gai è nel quartiere Flaminio. E’, in particolare, una traversa di viale Pinturicchio dopo piazza Mancini, di fronte a via Sacconi, che dopo una curva a gomito, arriva a via Giulio Romano. Continue reading →
L’ultimo tratto di Via Flaminia da Ponte Mollo a Porta del Popolo è stato per secoli un luogo malsano: nel periodo estivo era una strada polverosa per poi diventare un acquitrino d’inverno, quando il livello del Tevere si alzava. Continue reading →
Lungo la via Flaminia, prima che l’edificazione della nuova città, a partire dagli ultimi anni dell’Ottocento, distruggessero tutto senza lasciare traccia alcuna, erano numerose le ville dove la nobiltà romana fuggiva dalla calura estiva. Continue reading →
Questa pagina è un approfondimento della pagina Quartiere Flaminio e fornisce informazioni sulla industrializzazione in atto lungo via, a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento.. Continue reading →
In epoca romana, mentre la fascia prospiciente la Via Flaminia è interessata soprattutto dalla presenza di monumenti funerari, l’area circostante e le pendici delle colline limitrofe, sono occupate sin dall’epoca arcaica da insediamenti rustici economicamente autonomi, aree coltivate o utilizzate per la pastorizia o per altre attività produttive, ma anche orti, giardini di ricche dimore patrizie attestate a partire dall’età repubblicana. Continue reading →