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Winckelmann

Johann Joachim Winckelmann (Stendal 1717 – Trieste 1768) è stato un bibliotecario, storico dell’arte e archeologo tedesco.  Appassionato di letteratura e di arte greca, dopo aver studiato alle università di Halle e di Jena, si recò a Roma dove divenne soprintendente alle antichità (nel

1764) e poté dedicarsi allo studio della cultura classica.    Continue reading

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Villa Albani Torlonia: alle origini del Neoclassicismo

«A Roma esistono case e palazzi più belli che in tutto il resto dell’Italia, tuttavia il più bell’edificio del nostro tempo è la Villa del Cardinale Alessandro Albani», così Johann Joachim Winckelmann descriveva l’edificio che il porporato Alessandro Albani, nipote di Clemente XI, fece edificare, tra il 1747 e il 1763, lungo la via Salaria, dall’architetto Carlo Marchionni.

Villa Albani è da subito concepita non come residenza suburbana, ma come luogo deputato ad accogliere la raccolta di antichità del cardinale, appassionato collezionista di scultura antica. È una villa-museo in cui disseminare, fra gli ambienti interni e gli otto ettari di parco, le oltre mille opere che l’Albani aveva radunato, e che contavano capolavori dell’arte romana e rari originali della scultura greca.

Nel 1866 il palazzo diviene parte delle proprietà Torlonia, con l’acquisto della Villa, da parte del principe Alessandro Torlonia, dagli eredi Castelbarco. Su impulso della Fondazione Torlonia, un volume riassume ora storia, successive trasformazioni ma soprattutto ideali estetici fondativi della Villa.

La pubblicazione Villa Albani Torlonia. Alle origini del Neoclassicismo (Rizzoli Illustrati, pp. 368, € 125.00), presentata il 18 ottobre nella Villa stessa, raccoglie i saggi di Salvatore Settis, Carlo Gasparri, Alvar González-Palacios e Raniero Gnoli, ed è accompagnato da oltre trecento fotografie realizzate da Massimo Listri.

Le immagini illustrano il giardino e gli interni dell’edificio, dalla Galleria del Parnaso, con l’eponimo affresco realizzato nel 1761 da Anton Raphael Mengs, alla Sala Ovale, dal Tempio Diruto, con le sue imponenti finte rovine, alla Sala della punizione di Linceo. Quest’ultimo ambiente ospita una delle opere più preziose, un rilievo originale greco ritrovato nel Settecento sull’Esquilino, negli antichi Horti di Mecenate, che Winckelmann interpretò come la lotta fra Polluce e Linceo.

L’incontro fra il cardinale e lo studioso tedesco è da Settis definito «fatidico»: «Essi avevano in comune il terreno della vasta cultura antiquaria radicata in tutta Europa, che si proponeva di ricostruire un’antichità dilaniata dal tempo, e di farlo a partire dai suoi sparsi frammenti».

Ma, come puntualizza Gasparri, era ben nutrita la cerchia di dotti che formavano il cenacolo dell’Albani: «Nell’arredo degli ambienti si avverte ancora viva la tensione tra la visione fantastica, visionaria dell’Antico, strenuamente sostenuta dal Piranesi, e la sensibilità classicistica del Winckelmann, tradotta nel concreto dalla scelta dei marmi antichi e dagli interventi di Bartolomeo Cavaceppi».

Al saggio di González-Palacios, «Visite a Villa Albani 1764-1853», è affidato il compito di riportare impressioni e giudizi dei raffinati visitatori che, attraverso le epoche, lasciarono descrizioni della Villa: storici, come Pierre-Jean Grosley sul finire del Settecento, o scrittori, come l’irlandese Lady Morgan, che nel 1821 scrive: «Sembra un puro ed elegante tempio greco, un piccolo Pantheon!».

Infine Raniero Gnoli presenta la Villa, con il suo fastoso corredo di vasi, colonne, rilievi, frammenti di marmi, come «l’esempio più rappresentativo del gusto per le pietre colorate antiche, che tanto si sviluppò nella metà del Settecento», menzionando fra di esse, ad esempio, la colonna scanalata di alabastro nella Galleria della Leda.

Con le sue testimonianze, scritte e visive, l’intero volume, conclude Settis, è un invito al lettore a prendere parte a una trama di sguardi, a una «conversazione secolare» che, a Villa Albani Torlonia, nel corso del tempo non ha mai conosciuto interruzione.

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Villa Blanc

Villa Blanc, oggi proprietà dell’università LUISS, si trova in via Nomentana (nel Municipio II di Roma), nell’area compresa fra via Giuseppe Vasi, via Bartolomeo Marliano, piazza Giovanni Winckelmann, via Ridolfino Venuti e via Onofrio Panvinio, nel territorio del quartiere Nomentano.

La Villa si estende in un’area di circa 47000 mq sottoposta a vincolo ambientale e paesaggistico (decreto 17/6/53, legge 1497/39) che, negli ultimi decenni, ha subito numerosi passaggi di proprietà e ripetuti tentativi di lottizzazione fortunatamente sventati da tempestivi interventi da parte di associazioni e cittadini.

Nel 1996 è stata acquistata (per 6.5 miliardi di lire) dall’università LUISS, che avrebbe inteso trasferirvi l’intera Facoltà di Economia con circa 2000 iscritti, riservando a uso verde pubblico solo una limitata e scoscesa porzione del parco.

Anche grazie alle iniziative del Comitato Villa Blanc, …, dal 2002 il vincolo a verde pubblico sull’intera area della Villa è stato confermato nel nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Roma e la LUISS ha cambiato il progetto 

trasferito nel 2007 le attività didattiche all’ex Istituto Assunzione di viale Romania al quartiere Parioli.
La trattativa per il trasferimento dell’intero complesso al Comune di Roma, avviata nel 2002, sembrerebbe definitivamente archiviata.

Mausoleo di Villa Blanc

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Via Nomentana

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Nei dintorni (per vedere i Punti di Interesse in zona, clicca su MAPPA):  MAPPA della zona Nomentano 5 (da via Rodolfo Lanciani alla Batteria Nomentana)

In rete:  ...

 

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Storia di Villa Albani

Villa Albani è stata la villa di campagna dal cardinale Alessandro Albani, nipote del papa Clemente XI, edificata dall’architetto Carlo Marchionni su commissione, in una grande proprietà tra via Salaria ed il vicolo della Fontana, che già nel 1748 nella pianta del Nolli figurava come “villa Accoramboni Ercolani e Orsi ora Alessandro Albani card.”.  I lavori sono portati a termine nel 1758.

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Villa Albani

Percorrendo via Salaria verso piazza Fiume, sulla sinistra,  all’angolo con via Adda, inizia un lungo muro che termina con un imponente cancello all’angolo con via di Villa Albani.  Varcando quel cancello si entra in un grande parco.  Magicamente il caos urbano scompare e sembra di essere entrati in una dimensione fuori del tempo, in un’oasi di tranquillità e verde nel cuore di Roma.  E’ Villa Albani, l’attuale residenza del principe Torlonia.  Ma non è solo il nome del suo proprietario o la pace che la caratterizza che rende questo posto unico: siamo in un luogo che tutti i cultori dell’arte classica, italiani e non, vorrebbero visitare. Johann Joachim Winckelmann scrive «A Roma esistono case e palazzi più belli che in tutto il resto dell’Italia, tuttavia il più bell’edificio del nostro tempo è la Villa del Cardinale Alessandro Albani». Continue reading

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